Ne avevamo già parlato qui, soprattutto per quanto riguarda le potenzialità di una buona campagna marketing online video. Ora allarghiamo il discorso: i video sono il presente e il futuro di tutta la comunicazione online. Ecco perchè:
Nei giorni scorsi è uscita la notizia che Twitter, oggi in forte depressione sia economica sia di utenti, taglierà la app di micro-video Vine. Perchè?
Dopo averla acquisita nel 2012, Twitter decide di tentare una nuova strada. I video sono fondamentali per una questione di engagement, e anche perché sappiamo che ogni contenuto video avrà tendenzialmente più utenti collegati che a un link semplice. Perché allora “uccidere” Vine?
La risposta non è così semplice. La fascia di età comunemente detta “Millennials” – ovvero tutti coloro che oggi vanno dai 13 ai 18 anni circa – sta cambiando molto i paradigmi della comunicazione online validi fino a pochi mesi fa. Oggi la micro-comunicazione funziona molto via chat, inserendo quindi contenuti come testi, foto e video in strutture di comunicazione diretta. Esempi? Facebook Messenger, che riunisce sempre di più le funzionalità di Whattsap, Telegram e Twitter.
Vine scompare, ma arriva Hype. La nuova app, infatti, farà concorrenza a Periscope (altra app già acquisita da Twitter, e subito disponibile). Hype sarà più simile a una diretta televisiva che a uno streaming di base, potendo inserire nella trasmissione anche fotografie e testi, più emoji e musica.
Dato che l’interazione con gli utenti è fondamentale, è prevista anche qui la possibilità di commentare in diretta, partecipare ai sondaggi, “reagire”.
Il mercato del “Live Streaming” è sempre più affollato, anche se molto variopinto. Snapchat, Instagram, Facebook Live. E poi tutti i canali video più “tradizionali”, come Vimeo o YouTube. Portali diversi, per diverse fasce di età e di pubblico, ma che rischiano di creare una grande confusione per chi deve adattarsi a strumenti di comunicazione rapidi e in veloce cambiamento.
Esempi pratici: un’azienda di medie dimensioni che vende prodotti/servizi di largo consumo dovrà dotarsi o meno di questi strumenti? Dovrà abbandonare la sua linea editoriale in funzione di un mare in tempesta dove vince chi riesce a “surfare” su più onde contemporaneamente, già guardando alla prossima onda?
La risposta non è semplice, ma articolata [per averla, vi aspettiamo www.mustsrl.it 😉 ]+
Anche Instagram punta sui video e sulla loro integrazione con altri contenuti, quali foto e testi. Stories, ad esempio, riesce a sublimare il problema della celebre app di immagini, ovvero quello di essere “statica”. Però il delta tra il pubblico raggiunto e l’acquisto o la promozione di un determinato servizio è, sinceramente, sempre più labile.